giovedì 3 settembre 2015

Storia d'Italia: il Rinascimento

Piero della Francesca

Il Rinascimento italiano è la fioritura di quella civiltà culturale ed artistica che, nata a Firenze e da lì diffondendosi in tutta Europa dalla metà del XIV secolo a tutto il XVI secolo, mira a riscoprire la cultura classica antica, per un verso depurandola da alcune forme della religiosità medioevale, per un altro integrandola nello stesso contesto cristiano del Medioevo, sulla scia della rinascita spirituale che si era avuta nel Duecento con le figure di Gioacchino da Fiore e Francesco d'Assisi.

I principali centri dell'Umanesimo-Rinascimento sono Firenze, Ferrara con gli Estensi, Napoli, Roma, Milano, Padova, e Urbino: a Firenze sotto l'egida di Lorenzo il Magnifico, nella città partenopea alla corte aragonese di Alfonso I, a Roma con il colto Enea Silvio Piccolomini, Pio II il papa umanista, e Leone X, a Padova con la prestigiosa Università, a Milano con Ludovico il Moro, a Mantova con i Gonzaga e ad Urbino nella raffinata corte di Federico da Montefeltro. Politicamente l'Umanesimo in Italia si accompagna alla trasformazione dei Comuni in Signorie essendo l'espressione della borghesia che ha consolidato il suo patrimonio e aspira al potere politico. Gli sviluppi dell'Umanesimo rientrano nella formazione delle monarchie nazionali in Europa.

Durante l'epoca rinascimentale emergono già in maniera evidente i differenti livelli di sviluppo economico raggiunti dalle diverse parti della Penisola. Il Nord conobbe una fase di prosperità che lo inserì fra le regioni più ricche d'Europa. Le Crociate avevano consentito di costruire legami commerciali duraturi con l'Asia e in particolar modo la Quarta Crociata aveva permesso a Veneziani e Genovesi di estromettere i rivali bizantini dai traffici nel Mediterraneo orientale. Le principali rotte commerciali passavano infatti attraverso i territori bizantini e arabi e avevano come snodo proprio Venezia, Genova e Pisa. Prodotti di lusso acquistati nel Levante, come spezie, coloranti e sete, venivano importati in Italia e da qui rivenduti in tutto il continente, mentre le merci provenienti dall'Europa continentale quali lana, frumento e metalli preziosi raggiungevano la Penisola attraverso le fiere della Champagne. I traffici lungo l'asse dall'Egitto al Baltico fruttavano ai mercanti italiani ingenti guadagni, che venivano reinvestiti nel settore agricolo e nell'estrazione mineraria.

In questo modo le regioni settentrionali dell'Italia, che non vantavano risorse superiori a quelle di altre aree europee, raggiunsero elevati livelli di sviluppo grazie all'impulso dato dai commerci. Firenze in particolare si affermò come uno dei centri più prosperi grazie soprattutto alla produzione di panni di lana, gestita dall'Arte della Lana, una delle più importanti corporazioni cittadine. La materia prima era importata dal Nord Europa (nel XVI secolo dalla Spagna) mentre i coloranti importati dall'Est erano utilizzati per la fabbricazione di tessuti di alta qualità.

Il Sud invece, nonostante l'unità territoriale realizzata fin dal XII secolo, restava escluso dai grandi traffici commerciali europei. Nel Regno di Napoli non era venuta formandosi una borghesia dinamica ma perduravano le antiche strutture feudali fondate sul privilegio e una tendenza alla concentrazione fondiaria nelle mani di un forte ceto baronale. L'economia era essenzialmente agricola e i livelli di urbanizzazione molto bassi. Inoltre le attività commerciali e finanziarie erano gestite quasi interamente da banchieri stranieri, soprattutto fiorentini e catalani, che concedevano prestiti alla Corona e realizzavano profitti destinati ad essere reinvestiti altrove. L'età rinascimentale fu inoltre interessata da un processo di costante incremento della popolazione seguito al crollo demografico del Trecento, dovuto al flagello della peste bubbonica. L'aumento si verificò in maniera piuttosto generalizzata in tutta Europa e vide l'Italia settentrionale al secondo posto per densità abitativa (40 abitanti per km²) dopo i Paesi Bassi. Nel 1550, nella fase conclusiva del periodo rinascimentale, la città più popolosa d'Italia era Napoli, con circa 210.000 abitanti, seguita da Venezia (160.000), Milano e Palermo (entrambe 70.000).

38. CONTINUA

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